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Primo Convegno Internazionale Associazione Italiana Misofonia
Conoscere e vivere la Misofonia: risultati della ricerca e strategie di intervento
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Chi soffre di Misofonia, spesso non lo sa. Quel che sa, è di avere cominciato da bambino a provare un disagio insopportabile nel sentire determinati suoni. Quando ha provato a portare l’attenzione degli altri su quel disagio, il suo richiamo di aiuto ha ricevuto scarsa accoglienza, e spesso è stato rifiutato. Con anche un senso di disprezzo: “sei una persona difficile, scontrosa.” Questo perché chi si è sentito dire “fai meno rumore con la bocca”, o “non respirare così forte”, l’ha presa come una cosa personale, e piuttosto che chiedersi “perché gli dà fastidio?”, gli ha magari risposto: “ma che vuoi? che problema hai?”
Già, ma chi dava a quel bambino le parole giuste per spiegarsi? Non era ancora pronto per dire: “ho un disturbo neurologico legato al mio cervello neuro-atipico.” E aggiungere: “non ho niente contro di te, e se sono una persona difficile si vedrà, intanto, potresti avere un poco cura del mio disagio?”
In mancanza di queste parole, il bambino è diventato un adulto consapevole che chiedere di avere cura “di quel problema” era impossibile, e che le rare sue rimostranze potevano incontrare solo rifiuti. Quindi, meglio starsene un po’ da soli. Soffrire a casa, poi soffrire a scuola, poi in autobus tra casa e scuola, poi in ufficio, poi…
… poi basta. Facciamo che da oggi il bambino e l’adulto non debbano più avere paura di quei rifiuti. Facciamo che tutti imparino le parole giuste per parlare di Misofonia: della propria, di quella dei propri figli, dei propri amici, dei propri studenti, dei propri colleghi. Facciamo che siamo in tanti e che diventiamo consapevoli che chi rifiuta la Misofonia è – lui – affetto da IGNORANZA in materia.