È questo il titolo dell’ultimo webinar promosso dal Duke Center for Misophonia and Emotion Regulation l’11 dicembre 2024.
L’intento dell’incontro era quello di dare delle informazioni fondamentali a pediatri, medici di medicina generale e specialisti in modo che possano riconoscere e validare l’esperienza del paziente misofonico, e infine indirizzare e dare un aiuto utile e concreto.
Il primo punto illustrato è che la misofonia è reale. Sembra un punto banale ma così non è. Nonostante gli studi siano in forte crescita, molti professionisti e molte persone non conoscono ancora il termine “misofonia”, sottovalutando il disagio che causa.
La misofonia inoltre è diffusa. Secondo uno studio del 2024 molto accurato e trasversale come campione il 4,6% degli adulti negli USA ne soffre, una percentuale maggiore di altri disturbo di cui sentiamo parlare comunemente, come l’anoressia (<1%), l’autismo (2,8%), il disturbo borderline di personalità (1,4%) o il disturbo ossessivo-compulsivo (1,2%).
Un altro punto importante è che la misofonia è problematica, in quanto impatta negativamente sulle relazioni, sul lavoro e sulla scuola. Non si tratta di un “semplice” fastidio, nella misofonia vi è un’intensa reazione di rabbia e panico, un senso di perdita di controllo e un comportamento di fuga o di evitamento. E questo è presente non in maniera sporadica, ma persistente.
Perciò la prima cosa da fare per un professionista della salute è ascoltare con attenzione il paziente: capire quali sono i suoi trigger, le emozioni provate, se il disturbo è anche legato al volume del suono e verso chi avviene la reazione.
Dopo la prima raccolta di informazioni, si può somministrare uno screening test, disponibili sia per adulti che per bambini e adolescenti.
Se lo screening da esito positivo, si può proseguire con una valutazione più accurata, usando dei test mirati. Ne sono stati elaborati diversi, anche se finora purtroppo sono disponibili e validati solo in lingua inglese.
Per quanto riguarda il trattamento, non esiste al momento un protocollo univoco, ma questo non significa che non si possa aiutare chi ne soffre. È necessario strutturare un trattamento ad hoc centrato sulla persona, perché la misofonia ha molte sfaccettature ed è diversa da persona a persona. Riconoscere se sono presenti altri disturbi audiologici o psicologici, adottando un approccio multidisciplinare che coinvolga diversi professionisti.
Il trattamento dovrebbe includere alcune componenti di base, come la psicoeducazione, l’ascolto supportivo ed empatico e il coinvolgimento dei parenti e della famiglia. Come Centro poi suggeriscono le terapie cognitivo-comportamentali e i trattamenti transdiagnostici, approcci evidence-based per molti disturbi sperimentati con una buona efficacia anche per la misofonia.
Per chi fosse interessato, questo è il link alla registrazione del webinar: